Geologia applicata alla Ingegneria di Ardito Desio

Geologia applicata alla Ingegneria è un libro di 1193 pagine la cui prima edizione risale al 1949 pubblicato dalla casa editrice Hoepli di Milano.

La versione attualmente in commercio è una ristampa anastatica della terza edizione riveduta e aggiornata pubblicata nel 1973.

Il testo costituisce ancora oggi un manuale fondamentale per geologi ed ingegneri la cui attività necessità di approfondite conoscenze delle scienze della terra.

Di seguito si riporta la prefazione alla prima edizione del 1949:

Quest’opera è dedicata particolarmente a coloro che si propongono di diventare ingegneri ed a coloro che aspirano ad esercitare la professione di geologo. Sono due professionisti, l’ingegnere – specialmente l’ingegnere civile e l’ingegnere minerario – ed il geologo destinati a percorrere molta strada insieme e sarebbe grave errore per ambedue procedere uno accanto all’altro senza conoscersi. L’ingegnere deve possedere il corredo di nozioni geologiche indispensabile non solo per risolvere i più semplici problemi di Geologia tecnica che occorrono continuamente nei nei suoi lavori, ma anche per valutare nella giusta misura il giovamento che può trarre dall’intervento del geologo nell’esercizio della sua professione. Il geologo deve conoscere almeno quel tanto delle discipline e dei metodi dell’ingegneria che si richiede per assistere efficacemente, con la sua preparazione specializzata, l’ingegnere impegnato a domare le forze della Natura od a sfruttarne i tesori. È necessario che ambedue si sappiano intendere e per intendersi è indispensabile che parlino lo stesso linguaggio.

La preparazione scientifica e tecnica dell’ingegnere e la preparazione del geologo hanno basi fondamentalmente diverse. L’ingegnere poggia la sua cultura sopra una base essenzialmente fisico-matematica, il geologo sopra una base eminentemente naturalistica.

Non è possibile, naturalmente, delimitare – anche soltanto in via teorica – i campi di competenza dell’ingegnere e del geologo, stabilire cioè i limiti sino ai quali l’ingegnere si può spingere nel campo della Geologia tecnica ed i limiti che il geologo può raggiungere nel campo dell’Ingegneria, poiché molto dipende dall’indole personale, dall’intelligenza e dalla cultura di ciascuno. Io sono dell’opinione che quanto più i due professionisti, l’ingegnere e il geologo, sono dotati di cognizioni ampie uno nel campo dell’altro, quanto più sono intelligenti, tanto meno avranno da esorbitare dalle rispettive aree di competenza.”

Il testo spazia in diversi campi dell’Ingegneria e della Geologia.

Si parte con un taglio prettamente geologico dall’esplorazione del sottosuolo, con una panoramica sulla struttura e composizione della terra e la classificazione dei minerali e delle rocce, proseguendo con tettonica, stratigrafia, lettura di carte geologiche ed esecuzione dei rilievi.

L’esplorazione geofisica e e mediante perforazioni testimoniano la modernità di questo testo nonostante gli anni che si porta sulle spalle.

Viene poi affrontato il tema dell’idrogeologia approfondendo e sviscerando tutti i concetti sia per quanto riguarda le acque superficiali che sotterranee.

Il terzo capitolo è poi dedicato alla geomorfologia con particolare attenzione alle azioni modellanti i diversi ambienti terrestri e marini

Si passa poi alla Geologia delle costruzioni analizzando inizialmente i diversi materiali di origine naturale impiegati nelle costruzioni, per arrivare alle costruzioni di strade, ferrovie, aeroporti, gallerie, dighe. In questa sezione è presente anche una disamina sul rapporto tra terremoti e costruzioni.

Il quinto capitolo è dedicato alla geologia mineraria descrivendo tipologie di giacimenti, combustibili, prospezioni geologiche a scopo minerario.

Come si può vedere dalla descrizione dei contenuti, i temi trattati, ancora oggi attuali, spaziano tutti i campi della geologia e dell’ingegneria ad essa connessa. La redazione del libro ha coinvolto da parte dell’autore diversi specialisti e professionisti per i vari argomenti trattati elencati nella prefazione alla terza edizione che in questa sede omettiamo per motivi di spazio.

L’autore:

Dalla quarta di copertina ricaviamo una breve biografia dell’autore:

Ardito Desio, nato a Palmanova il 18 aprile 1897, è stato docente, geologo, esploratore. Dopo aver partecipato, prima come volontario ciclista, poi come ufficiale degli Alpini, alla prima guerra mondiale si laureò in Scienze naturali a Firenze nel 1920. La sua lunga carriera accademica ebbe inizio come assistente negli atenei di Firenze, Pavia e Milano, In quest’ultima Università fondò l’Istituto di Geologia che poi diresse come Professore ordinario dal 1927 al 1972, anno in cui lasciò l’insegnamento per raggiunti limiti di età e fu nominato Professore Emerito. Dal 1930 al 1967 fu Professore incaricato di Geologia applicata all’ingegneria al Politecnico di Milano.

Al suo attivo oltre 400 pubblicazioni scientifiche, 15 spedizioni scientifiche tra le quali quella che portò alla prima scalata del K2, seconda cima più alta del mondo.

Membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei e socio onorario di molte società scientifiche italiane e straniere, fu il primo Presidente dell’Associazione Nazionale dei Geologi Italiani. Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Repubblica Italiana.

Si è spento a Roma il 12 dicembre 2001 all’età di 104 anni.

Galleria di Base del Ceneri – Svizzera

La galleria di Base del Ceneri è parte della nuova Ferrovia Transalpina (NFTA), il più importante progetto di costruzione in Svizzera negli ultimi 20 anni.

La nuova linea ferroviaria comprende anche la nuova Galleria di Base del Gottardo che, con i suoi 54 km di lunghezza è attualmente il tunnel ferroviario a doppia canna più lungo al mondo.

Con la messa in esercizio della Galleria di Base del Ceneri nel 2020, la nuova linea risulterà completa portando innumerevoli vantaggi al traffico merci e passeggeri, riducendo i tempi di percorrenza e aumentando la capacità di trasporto.

La Galleria di Base del Ceneri è lunga 15,4 km per ogni canna e per realizzarla sono stati eseguiti 39,9 km di scavi. Oltre alle due canne principali sono stati realizzati cunicoli trasversali ogni 300 metri, caverne operative e per la produzione del calcestruzzo, zone di deposito, una finestra intermedia di accesso e un cunicolo di prospezione.

La copertura massima è di 800 metri e tutti gli scavi, ad eccezione della Finestra intermedia di Sigirino, sono stati realizzati con metodi tradizionali, Drill&Blast e scavo meccanico. Per l’esecuzione dell Finestra, lunga circa 2,3 km è stata impiegata una TBM aperta.

Gli scavi hanno attraversato le formazioni geologiche degli Ortogneiss e dei Paragneiss. All’interno delle formazioni geologiche gli scavi hanno interessato 46 zone disturbate consistenti in materiale di faglia classificato a seconda della percentuale di cachirite e cataclasite rinvenuta.

La messa in esercizio della Galleria è prevista per il 2020.

Tunnelling.it

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